Schermi Riflessi di Armando Lostaglio: Cyrano di Joe Wright

 

Si conclude con questo maestoso film la 149^ rassegna promossa stoicamente dal Cinema Lovaglio di Venosa: Cyrano di Joe Wright, da poco distribuito nelle sale.

Ma è già pronta la 150^ dal 5 maggio prossimo. Occorre che il tempo si fermi per entrare in un film come Cyrano, diretto con maestria da un autore come Joe Wright che ama misurarsi con film in costume. E sia! Fermiamolo il tempo, ed entriamo nei ruoli e nella scenografia con l’impeto interiore di un Seicento che anticipa lirica e teatro moderno. Il tempo odora di storia romantica: il film è perfetto, nei tempi scenici, nelle interpretazioni, nelle moderne coreografie: il teatro che si fa cinema e il cinema che emula il teatro. Gli attori impongono una lirica statura interpretativa che è più di un musical classico. Il film riadatta l'omonimo musical di Erica Schmidt, ispirato dalla celebre commedia Cyrano de Bergerac che il drammaturgo francese Edmond Rostand (1868/1918) compose nel 1897. La storia iconica rilegge l’arcinota vicenda amorosa - a tre - più adorata di sempre, con decine di adattamenti a teatro come al cinema (nel 1990 un brillante Depardieu dal naso pronunciato). Il Cyrano di Joe Wright è uno straordinario Peter Dinklage, che emana un fascino toccante con il suo corpo piccolo di statura. E’ un poeta e un cadetto arruolato nell’esercito del Seicento francese: si lacera di un amore mai confessato per Rossana (è Haley Bennett, nella vita moglie del regista); eppure lei si innamora di un altro cadetto, Christian (Kelvin Harrison Jr.). ​ Cyrano suggerisce al rivale le parole con cui scriverle delle lettere ed esprimerle il suo amore. L’incipit dell’opera ritrae l a bella orfana Rossana che viene corteggiata dal duca De Guiche, determinato a sposarla. Incrocia a teatro lo sguardo di Christian de Neuvillette e i due si innamorano come per colpo di fulmine. All'inizio dello spettacolo, il piccolo Cyrano si oppone all'attore protagonista e lo caccia fuori dal palco con insulti in rima, una tenzone di ispirazione dantesca persino nel drammatico duello con un uomo che lo definisce un mostro per le sue condizioni. C’è poesia nella suggestione delle immagini, nelle scene degli interni come negli esterni della Sicilia barocca di Noto, dai palazzi alle scene di guerra sull’Etna innevato. Anche i costumi parlano italiano grazie a Massimo Cantini Parrini, candidato all’Oscar 2022; il montaggio è di Valerio Bonelli, il trucco di Alessandro Bertolazzi. Le eccellenti musiche del gruppo The National sottolineano una storia drammaticamente stupenda. E’ tutto un “Sacro crogiolo della umana umanità” ed ancora: “Si dice che la luce sia l'anima di un luogo sacro.” Cyrano duella con le parole delle lettere che sa scrivere alla sua Rossana che però offre per interposto amante, Cristiano. Le adotta come nessuno sa fare nel suo tempo. “...Ma quando sono solo con questo naso al piede / che almeno di mezz'ora da sempre mi precede / si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore / che a me è quasi proibito il sogno di un amore...” Questo gli dedicava un altro poeta come Francesco Guccini. La storia dei tre amanti “disperati” stravolge quel pudore di cui siamo avvinti: una donna che viene attratta ed ama il bell’uomo ma che rimane sedotta dai versi che solo un altro uomo - meno avvenente – sa dedicarle. Un racconto minimale o epico che sia, al cinema non è che il flusso di 24 fotogrammi al secondo: sequenze di storie che testimoniano e vivificano le emozioni che ci muovono e che ci ​ abitano nel profondo, per puntare in alto e dalla parte del cuore, seppur fra naufragi di sentimenti e di sogni risvegliati. Tutto questo è Cyrano, tutto è Cinema, tutto è un costante esplorare il futuro pur restando nella integrità di una sala buia e piena di Luce.

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