L'Opinione di Marco Lombardi. Il clima feroce e l’immaturità dei popoli moderni

La pandemia un incubo ancora da venire e, affisse alle pareti degli uffici, come ai muri delle città, non era infrequente imbattersi in decalcomanie di Greta Thunberg con scritte sarcastiche del tipo “io vi guardo”, “state attenti”, anatemi di piaghe bibliche.

Si trattava di un atteggiamento di superiorità con il quale peraltro ci si approcciava anche al movimento mondiale del Fridays for Future, forse una delle iniziative giovanili più interessanti da tanto tempo a questa parte. E’ un vizio dell’uomo quello di approcciarsi alle sfide della natura nascondendosi ad essa, sfuggendola, o, al contrario, esorcizzando la paura con l’illusione di poterla controllare a proprio piacimento. Quale altra catastrofe deve accadere per cambiare atteggiamento? Non esiste luogo al mondo che ogni anno non subisca uno o più eventi climatici estremi, la siccità ci sta desertificando e una futura guerra non per l’accaparramento delle risorse fossili, bensì per l’accesso a risorse primarie come acqua, cibo e ambienti non contaminati, non è più solo l’apocalittica prospettiva di romanzi e film di fantascienza. Prevalgono invece i ricordati approcci alla natura: far finta che non esista o illudersi di dominarla. Con tutto il rispetto per una persona equilibrata come il il Presidente Mattarella, sentirgli dire che “il cambiamento climatico va governato” dimostra che ancora siamo lontani da una risposta valida al problema. Perché il clima non lo si governa, pensare di farlo è solo il convincimento, chissà quanto sincero, di chi redige agende e protocolli buoni solo a rimandare a domani, con compromessi spesso al ribasso, le soluzioni che andrebbero applicate oggi. Quello che può fare l’uomo e non sia solo un puntiglio di sintassi o di semantica, né tanto meno la fisima di un naturalista fondamentalista, non è governare il presente, ma limitarsi, si fa per dire, a gettare immediatamente le premesse per predisporre la terra ad accoglierci nel medio e lungo periodo e arginare l’impatto negativo delle conseguenze della mancata predisposizione nel passato. Questa umile presa di coscienza deve farci comprendere che tagliare le emissioni oggi, regolamentare l’uso di risorse scarse come acqua, cibo, terra e anche aria, non invertirà una tendenza avviata almeno mezzo secolo fa, ma sarà l’unico modo per non restarne soffocati come sta accadendo ormai anno dopo anno. Restituire ai nipoti dei nostri nipoti un mondo abitabile richiede ben altri sforzi da porre in essere ora e i cui costi, elevatissimi, non saranno compensati da alcuna remunerazione. Si tratta di scelte difficili, mature ed è questa maturità, chiamala saggezza, che ai popoli moderni manca.

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